Per spiegone si intende l’atteggiamento paternalistico con cui una persona spiega ciò che altrɜ già sanno, anche se non glielo è stato chiesto, ponendosi in una posizione di superiorità: vedi ad esempio il mansplaining, whitesplaining, ecc.
È ciò che accade, ad esempio, quando un uomo cis spega a una persona di altro genere ciò che questa sa già e senza che gli sia stato chiesto.
Per capire meglio, una breve precisazione sui termini:
- un uomo cis è un uomo il cui genere corrisponde al genere maschile che gli è stato assegnato alla nascita.
- per altri generi si intendono donne cis, persone trans e non binarie, ma anche persone lesbiche, bi o gay. Queste categorie sono soggette a discriminazioni di genere (cissessismo, eterosessismo).
Gli uomini mi spiegano le cose
Nel suo libro “Gli uomini mi spiegano le cose”, Rebecca Solnit racconta un aneddoto che le è capitato ad una serata. Un uomo, dopo aver appreso che il suo ultimo libro riguarda il fotografo britannico Edward Muybridge, la interrompe per parlarle di un libro “molto importante” uscito l’anno prima sull’argomento. In una diatriba presuntuosa, inizia a spiegarle il contenuto del libro, anche se ben presto appare chiaro come egli non l’abbia mai aperto e abbia solo letto un articolo su di esso. È stato necessario che una delle amiche di Rebecca Solnit dicesse “L’ha scritto lei” tre o quattro volte perché lui si rendesse conto che stava parlando con l’autrice stessa. Questo è un perfetto esempio di mansplaining: un uomo che spiega a un’autrice il libro che lei ha scritto, quando lui stesso non l’ha nemmeno letto. La pubblicazione di questo testo ha dato origine al termine “mansplaining”, che in italiano non ha ancora una traduzione ufficiale. Alcune proposte sono “maschiarimento”, “minchiarimento”, “spiegazione virile”.
Nella sua forma più oppressiva, la persona che fa mansplaining, presume fin dall’inizio di essere il detentore della conoscenza e che la persona a cui sta spiegando sia ignorante. Questo appare ancora più evidente in settori stereotipicamente maschili, come il bricolage, la meccanica o lo sport. A quale automobilista donna non è mai capitato di sentirsi spiegare come parcheggiare da un uomo di passaggio? Quale meccanico donna non si è vista strappare letteralmente di mano gli attrezzi? Diventa in questo caso un cane che si morde la coda: per le donne e i generi altri dall’uomo cis, è molto più difficile acquisire certe competenze perché devono lottare per poterle apprendere.
Ma gli spiegoni non si limitano ai commenti apertamente paternalistici e condiscendenti. A volte l’autore ha buone intenzioni e conosce l’argomento che sta trattando. A volte, la persona che subisce lo spiegone non è molto informata. Ma forse vuole imparare da sola, o semplicemente non vuole che questa persona in particolare glielo spieghi, o non in questo momento. In ogni caso, lei non ha chiesto nulla. Ancora una volta, si tratta di consenso. E non importa quali siano le intenzioni di chi fa lo spiegone, ciò che conta alla fine è come si sente la persona che lo subisce.
Le origini sono sistemiche
Le origini del mansplaining sono chiaramente sistemiche, in quanto gli uomini sono tradizionalmente considerati più “sapienti”. Nei media, la maggior parte delle persone presentate come esperte sono infatti uomini cis. Anche se oggi il divario si sta riducendo, questa tendenza è ancora molto presente e gli effetti sull’immaginario collettivo non sono destinati a svanire rapidamente. Grazie a questi numerosi modelli, i ragazzi crescono identificandosi con il ruolo dell’“esperto”. Sono condizionati a vedersi come tale, soprattutto perché è in questo modo che vengono percepiti.
A questo si aggiunge una profonda componente maschilista: un “vero” uomo deve essere in grado di cavarsela da solo e deve sapere tutto di tutto, o rischia di perdere la sua virilità. Questo porta direttamente al concetto di fragilità maschile, che spiegheremo meglio in un altro articolo. Non potendo ammettere socialmente di non sapere qualcosa, i ragazzi imparano a fingere e, così facendo, si condizionano poco a poco a credere di sapere.
Inoltre, il fatto di “soccorrere” una donna, ad esempio durante una discussione, conferisce all’uomo una posizione di rilievo, poiché gli è sempre stato insegnato che deve essere un cavaliere dall’armatura smagliante. A volte si tratta di una strategia di seduzione. Può anche essere vista come una strategia di dominazione. Ma alla fine, il “servizio” reso non è un atto altruistico, poiché il suo obiettivo principale è quello di lusingare l’ego di chi attua il mansplaining, mentre – volontariamente o meno – sminuisce quello di chi lo subisce.
Al contrario, le donne sono molto più inclini alla sindrome dell’impostore, essendo abituate a vedere messe in discussione le proprie capacità e conoscenze. E il mansplaining è uno dei principali fattori che contribuiscono a questa sensazione.
Lungi da noi affermare che tutti gli uomini cis sono manipolatori. Sebbene alcuni usino consapevolmente il mansplaining come strumento di dominio, in genere si tratta di un meccanismo integrato e completamente inconscio. Ma questo non cambia i suoi effetti.
Quindi, la prossima volta che hai voglia di spiegare qualcosa a qualcunə, ricordati di chiedere prima il suo consenso. E se si tratta di un’abilità manuale, come il bricolage o la meccanica, una volta accertato che il tuo aiuto sia necessario e ben accolto, offriti di spiegare come fare, piuttosto che fare al posto loro.
Mansplaining: uno dei tanti tipi di spiegone
Il mansplaining non è il solo tipo di “splaining” che esiste, il concetto è applicabile ad altre oppressioni sistemiche. In italiano abbiamo un termine generico che racchiude vari tipi di “splaining”: lo spiegone. Lo spiegone descrive una situazione in cui una persona non discriminata spiega ad una persona che invece lo è qualche cosa che riguarda la sua oppressione, portando quindi avanti l’oppressione stessa. Può designare anche, come il mansplaining, una spiegazione non richiesta verso una categoria che si ritiene non sapere un determinato argomento. Ora, una persona appartenente a una comunità discriminata sperimenta l’oppressione sistemica quotidianamente per tutta la sua vita. Per esperienza, sa come ci si sente. Sentire qualcuno che nega la propria esperienza può essere molto violento, a maggior ragione se questo qualcuno non vive questa oppressione e fa quindi parte del gruppo dominante (almeno su quel tema specifico).
Ad esempio, il termine whitesplaining viene usato quando una persona bianca spiega a una persona razzializzata cosa sia o non sia razzista, o come dovrebbe lottare per i propri diritti.
La parola viene declinata con diversi prefissi a seconda dell’oppressione in questione, come ad esempio ablesplaining per l’abilismo, neurosplaining per lo stigma verso le persone neuro-divergenti e neuro-atipiche, ecc.
Se parli inglese, troverai più informazioni nell’articolo “6 Ways Well-Intentioned People Whitesplain Racism (And Why They Need to Stop)“.